The Inbounder 2016: il resoconto di TITANKA!

The Inbounder 2016: il resoconto di TITANKA!

Questo fine settimana sono stata inviata a Valencia per seguire The Inbounder, uno tra gli eventi di punta del momento nel mondo dell’Inbound Marketing.

Grazie alla voglia di TITANKA! di formare continuamente i propri collaboratori, ho avuto la fortuna di scoprire un volto nuovo del mio lavoro, di respiro molto più internazionale.
Tra le leve più importanti che ha attirato la mia attenzione merita il primo posto la partecipazione di alcuni tra i Ceo delle aziende di punta nel settore del seo e del marketing.

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Sono così partita mercoledì sera per arrivare a Valencia ad orario di cena (alle 21!). Il tempo di posare le valigie e arrivare in centro dove, dopo qualche tapas, ho visitato a piedi una città speciale, la zona centrale, viva e brulicante di persone, fino a tarda notte.
Il giorno successivo, sveglia di buon ora, colazione veloce e camminata verso la mia destinazione: la favolosa città delle Arti e delle Scienze di Valencia. Appena arrivata la location mi ha sbalordito: è sicuramente il luogo più suggestivo in cui abbia mai seguito un corso di marketing, un insieme di natura e architettura speciale che ti lascia senza parole.

 

Consegna rapida del badge, un primo giro alla scoperta degli sponsor e delle aziende presenti all’evento e si prende posto nella grande sala. Si comincia in perfetto orario con una introduzione da parte di Xosè Castro, moderatore dell’evento.

Gli argomenti principali della due giorni di formazione hanno riguardato le attività future di seo e di marketer: se ancora non eravamo convinti, cercare di compiacere Google è un approccio all’attività di Inbound Marketing sbagliato e ogni giorno viene confermato dalla presenza di segnali e di cambiamenti da ogni punto di vista.

L’utente è ormai consolidato al centro del mondo dell’Inbound Marketing, le sue richieste sono assolutamente da soddisfare, a partire dalla necessità di velocità di ricezione dell’informazione (sempre più influente e Google lo sa).
Tra gli interventi più interessanti è da segnalare quello di Marcus Tandler, Co fondatore e General Manager di Onpage.org. Con la sua pioggia di slide (più di 300) Marcus ripercorre il cammino del motore di ricerca (e del cambiamento della sua carriera) nel corso degli ultimi anni.
Il suo intervento, come quello di molti altri, porta alla luce novità e concetti che da qualche tempo si ‘affacciano’ nel mondo della seo: si fa sempre più ‘insistente’ la necessità di siti veloci e fruibili, di dare RISPOSTE agli utenti, che con le loro azioni (tra cui go back, pagine/sessioni ecc…) influenzeranno sempre di più gli indici e i fattori di posizionamento.

L’intervento illuminante di Fernando Macià riguarda il comportamento degli utenti, molto spesso valutato dai seo come qualcosa di ‘lineare’. Fernando ci ha dimostrato in pochi e semplici passaggi come invece questo non lo sia e di conseguenza come dobbiamo lavorare sulla presenza in più fasi di ricerca dell’utente con informazioni chiare e complete.

La carica di Gemma Munoz sul palco è travolgente: parla di analitica, di come comprendere e leggere i dati, dell’evoluzione della lettura dei dati non solo come meri numeri derivati da software, ma dall’interpretazione anche di dati esterni. Ci porta un esempio su tutti, quello di Uber, che varia la leva prezzo a seconda di domanda/offerta sul momento.

L’italiana Valentina Falcinelli di Pennamontata apre le porte a una concezione di contenuto che non si basa semplicemente sul “saper scrivere”, ma sulla proposta di contenuto accattivante, ‘interattivo’ e veramente utile da parte dell’utente. Lo fa con numeri, spiegazioni, esempi utilissimi, paragonando le varie landing page ai ‘ragazzi che potrebbero piacerci’ ;).

Piacevolmente colpita anche dall’intervento di Will Crichlow, CEO e fondatore di Distilled, che ci parla di cambiamenti e di novità nel mondo della ricerca e del digitale. Snocciola il lato implicito delle ricerche da parte degli utenti e di come le novità digitali rispondano a queste richieste e soprattutto come il futuro possa essere fatto di non-ricerche. La sua presentazione, inoltre, manca di siti e serp di Google, conferma di come il trend stia ‘cambiando’.

Wil Reynolds è uno degli interventi più interessanti della prima mattinata: il suo approccio olistico alla presenza nelle serp è interessante da ogni punto di vista. Dobbiamo fermarci a guardare, leggere la serp, leggere i suggerimenti di Google, interpretare ed agire. Non viviamo solo di nostre convinzioni ma ascoltiamo Google e gli utenti.
Bas Van Den Beld, olandesone altissimo da State of Digital, senza tanti giri di parole, ci informa che i contenuti spazzatura non hanno più senso di esistere. Le aziende devono iniziare a pensare al perché scrivere i contenuti e non solo a scrivere contenuti perché ‘content is the king’.
Contenuti giusti al momento giusto: ascoltate gli utenti, la loro prospettiva potrebbe essere diversa dalla vostra!

Per il secondo giorno gli speech che mi sono piaciuti di più partono dall’italiano Paolo Zanzottera e il caso di successo di una App, nata da una esigenza come quella della prenotazione di visite mediche e sviluppata a colpi di inbound marketing e lettura dei dati, presentati in maniera magistrale durante l’intervento.

Samanta Noble ha sviscerato una parte di Google che non mi è totalmente oscura, ma che non fa parte delle mie attività giornaliere, quella legata alla PPC, un mercato in crescita esponenziale (basta pensare che l’89% degli introiti di Google viene dagli annunci a pagamento). Ci ha parlato di come creare un audit non replicabile da nostri competitor, quali strumenti sfruttare e quali target essi raggiungono.

Lisa Myers ha portato la sua piccola azienda ai vertici delle aziende SEO in Europa, credendo non in quello che fa, ma perché lo fa. Ci ha accompagnati in una visione del lavoro totalmente differente e di come i clienti comprano la nostra motivazione e non il nostro servizio.

Nathalie Nahami ha snocciolato in 30 minuti di intervento una serie di considerazioni e di trick relative alla persuasione dell’utente, al ‘parlare’ con il loro lato emotivo e come farlo senza prendersi gioco della loro fiducia. Un intervento davvero illuminante per migliorare la nostra strategia SEO.

Infine i tre interventi conclusivi con Aleyda Solís, Gianluca Fiorelli e Rand Fishkin hanno smontato pezzo a pezzo Google e rimontato con spiegazioni chiare, dirette, efficaci e assolutamente fantastiche.

Questo, in riassunto, quello che mi ha colpito di più di questo The Inbounder, un evento formativo e focalizzato sul mondo dell’Inbound e lo presenta in maniera chiara e completa.

Da non dimenticare i tanti momenti di networking, la disponibilità di relatori e la loro simpatia (ho avuto modo di conoscere alcuni di loro): un evento entusiasmante, in una cornice fantastica che, spero, mi possa sorprendere anche in futuro.

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