Chiunque possieda una struttura ricettiva nel bel paese ha molto interesse ad attrarre clienti stranieri.
Gli addetti ai lavori li definiscono alto spendenti perché disposti a soggiornare più a lungo e hanno una propensione all’acquisto più alta.
Ma come fare per mettere in evidenza la propria struttura nel mare magnum di hotel, camping village, case vacanze che un utente può trovare sul web?
Sicuramente le campagne Google Ads sono uno strumento molto efficace, in particolare quelle di ricerca perché vanno ad intercettare un bisogno espressamente manifestato dall’utente.
Se possiedi un hotel 3 stelle sul mare a Rimini e un utente di monaco di Baviera cerca sul motore di ricerca di Google “3 sterne hotel am meer in Rimini” è sicuramente utile apparire tra gli annunci delle campagne di ricerca di Google Ads per intercettare l’utente, portarlo sul tuo sito web ed invogliarlo con qualche offerta e tutti i tuoi servizi all’invio di una richiesta di preventivo.
Chi ha già testato le campagne Ads all’estero avrà sicuramente notato che i costi per click sono più alti rispetto alle stesse parole chiave usate nelle campagne italiane.
Questo avviene perché sono mercati estremamente più competitivi e maturi, dove ci sono più inserzionisti che si contendono la stessa fetta di utenti.
Questo non significa che non siano campagne da attivare, ma occorre mettere in conto che con lo stesso budget si raggiungeranno meno utenti rispetto alle medesime campagne in italiano, di conseguenza calerà anche la probabilità di generare conversioni e le possibili prenotazioni.
Oltre a questo il cliente straniero, proprio perché investirà molto di più nella vacanza (considerato anche il viaggio che dovrà sostenere), ha necessità di fare più confronti, valutare più strutture e leggere recensioni su più portali, prima di decidere quale sarà la migliore per le sue vacanze.
La conseguenza?
Una maggiore difficoltà nell’ottenere una conversione diretta dalle campagne Google Ads.
A rendere la situazione ancora più complicata ci ha pensato lo stesso Google!
Pochi giorni fa ci è arrivata questa comunicazione ⬇
In sostanza Google applicherà delle commissioni sul budget investito nei tre paesi indicati: Regno Unito, Turchia e Austria.
Quindi?
➡ Se investi €100 in campagne tedesche in Germania pagherai €100.
➡ Se investi €100 in campagne tedesche in Austria, dal primo novembre 2020 pagherai €100 + €5 di commissioni.
Commissioni che verranno inserite nella fattura mensile tramite una voce separata.
Google giustifica questa commissione a causa di imposte che sono state inserite in questi paesi sui servizi digitali.
Dobbiamo aspettarci che ciò accada anche in altri paesi dove verranno introdotte delle imposte dai relativi governi?
Probabilmente sì, ma per il momento sappiamo che accade solo in questi tre.
È giusto che Google venga tassato dai relativi paesi, ma decida di rifarsi sull’utente finale?
Probabilmente no, ma sono discorsi sui quali purtroppo non abbiamo potere di cambiare la situazione.
Quello che sappiamo però è che occorre affidarsi ancora di più a professionisti o agenzie competenti e non a tecnici improvvisati per essere sicuri di investire al meglio le proprie risorse.