Breve storia dell'email

Breve storia dell’email

Per il 74% degli italiani è parte della vita quotidiana privata e lavorativa,  in media dedichiamo almeno un’ora di tempo al giorno a questa pratica e per molti è lo strumento migliore per ricevere informazioni commerciali dalle aziende.  L’email nasce 41 anni fa e oggi non sapremmo farne a meno ( ricerca realizzata da Nielsen nel 2011). Ecco alcune curiosità, date e passaggi interessanti nella storia dell”email.

QWERTYUIOP: sono le prime dieci lettere della tastiera e secondo una leggenda del web corrispondono al testo del primo messaggio di posta elettronica inviato nel 1971 da Ray Tomlinson, programmatore statunitense padre dell’email. La ricerca di Tomlinson era finalizzata allo sviluppo di ARPANET, rete di computer realizzata nel 1969 dall’agenzia del Dipartimento della Difesa americano.

I client di posta, programmi per la gestione, composizione,  trasmissione,  ricezione e organizzazione di e-mail , nascono fra il 1988 e il 1989. Fra i primi Eudora, Pegasus Mail, Lotus Notes. Bisogna attendere il 1997 perché venga alla luce Microsoft Office Outlook, uno dei più utilizzati client di posta elettronica ancor oggi.

L’email entra in ufficio nei primi anni ’90 e il suo primo grande merito, racconta Luisa Carrada in uno dei suoi istruttivi Quaderni di MDS , fu quello di porre fine alle lunghe file davanti al fax.  In qualche anno ridusse anche l’uso di fotocopiatrici e telefono, entrando poco alla volta a far parte degli strumenti di comunicazione aziendale più utilizzati per rapportarsi con l’esterno, ma anche fra colleghi.

Professione spammer insieme all’uso più massiccio della posta elettronica prende vita un nuovo fenomeno, quello dello spam. L’invio di messaggi pubblicitari a mittenti che non hanno autorizzato l’uso del proprio indirizzo inizia già nei primi anni ’90, diventa  una “piaga” del web appena un decennio dopo. Lo spamming in Italia è un infrazione alla legge di tutela della privacy L.675/96.  La parola SPAM deriva da una marca di carne di maiale in scatola (contrazione delle parole spiced ham) famosa in USA negli anni ’70 perché attuò una massiccia campagna pubblicitaria con invio continuo di volantini promozionali a mezzo posta.

Le mail diventano documenti Nel 2003 lo stato Italiano dà il via alla creazione di oltre 300mila caselle di posta elettronica assegnate ai dipendenti statali. L’anno successivo nasce la Posta Elettronica Certificata, che trasforma i documenti elettronici inviati con specifici indirizzi di posta certificata validi sia legalmente che dal punto di vista amministrativo.

Veloce, economica e sempre disponibile  sono queste le caratteristiche che  fanno della e-mail il più utilizzato mezzo di comunicazione diretta. La mail arriva in pochi secondi, non ha costi aggiuntivi (francobolli, scatti telefonici), può essere inviata a uno o a tanti mittenti contemporaneamente e non è necessario che il destinatario sia disponibile a rispondere  al momento della ricezione, come avviene con il telefono.

Email Marketing, per gli stessi motivi indicati sopra l’email rappresenta un ottimo strumento di marketing, economico e istantaneo, permette di girare contemporaneamente lo stesso messaggio a tantissimi indirizzi oppure di creare un rapporto uno a uno, personalizzando ogni messaggio. E’ inoltre facile da tracciare, e quindi permette di verificare quanti fra i destinatari lo aprono, lo leggono e quanti passano poi all’azione (visitano il sito dell’azienda, si iscrivono a servizi o comprano prodotti per esempio).

Ritornando al presente e alla ricerca di Nielsen con cui si è aperto questo articolo, leggere e scrivere mail fa ormai parte della vita di tutti  i giorni, pc portatili, smartphone e tablet ci permettono di consultare e scrivere messaggi in qualsiasi situazione e momento. Questo, unito al fatto che circa il 69% delle email che riceviamo corrisponde a Spam, in media 1 mail ogni 1,45  , fa sì che sia sempre più difficile per le aziende suscitare interesse nel lettore.

L’email Marketing però non ha mai smesso di essere un ottimo strumento di promozione, anzi continua ad essere una strategia commerciale ad alto ROI (ritorno sugli investimenti) a patto che:

  1. Abbia un oggetto interessante e non ambiguo, altrimenti finisce subito nel cestino con lo spam.
  2. Abbia un mittente riconoscibile, perché lo abbiamo autorizzato personalmente a scriverci o perché come marchio ha qualcosa a che fare con noi.
  3. Il messaggio sia personale, e quindi scritto proprio per noi,  o per un gruppo di clienti profilati che ci somigli molto.
  4. Non prometta niente che non sia vero, nuovo e utile.

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